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SIAMO UOMINI O CAPORALI?


Il nome di questa iniziativa trae spunto da una nota commedia, ma l’argomento in oggetto purtroppo non ha aspetti altrettanto divertenti come il film interpretato dal celebre Totò. Appena lunedì 19 novembre Giuseppino Santoianni e Zoello Forni, presidenti rispettivamente dell’ Associazione Italiani Coltivatori (AIC) e dell’ Associazione Nazionale fra Lavoratori Mutilati e Invalidi del Lavoro (ANMIL), in un convegno comune hanno lanciato l’allarme sull’enorme piaga sociale, accompagnata da una realtà criminosa molto ampia, che si sta diffondendo a macchia d’olio su tutto il territorio nazionale principalmente nel settore dell’agricoltura: è il fenomeno del caporalato, una forma illegale di reclutamento e organizzazione del lavoro attraverso intermediari, i cosiddetti caporali, che assumono operai per breve periodo operai senza rispettare le regole di assunzione e i diritti dei lavoratori. Il giorno seguente, 20 novembre, sono Adelmo Lusi e Gerardo Iorio, a capo dei comandi Tutela Salute e Lavoro dei Carabinieri a rincarare la dose in una conferenza stampa comune tenuta a Roma: le unità speciali impiegate presso gli ispettorati territoriali del lavoro fra il 2017 ed il 2019 hanno constatato un aumento del 260% dei reati legati al caporalato. Le ultime rilevazioni realizzate dall’ Osservatorio Placido Rizzotto, insieme ai dati raccolti dal sindacato FLAI Cgil di Ravenna, descrivono una situazione allarmante per quanto riguarda il settore degli impiegati nelle campagne e negli allevamenti della Romagna: si stima che una percentuale compresa fra il 15 al 20% degli oltre 30mila lavoratori attivi nei territori romagnoli siano impiegati secondo un rapporto di caporalato, una questione che pensavamo di avere definitivamente debellato dopo le dure e vittoriose lotte sindacali compiute all’inizio del secolo scorso e che hanno plasmato l’identità politica del nostro territorio, ma che invece sembra tornare con una forza ed una diffusione impensabili per una società come la nostra. Mercoledì 27 novembre a Mezzano (Ravenna), teatro di storiche lotte bracciantili, Ravenna in Comune ha organizzato una serata per ritrovarsi e parlare di questa preoccupante situazione insieme alle persone che negli ultimi tempi si sono occupate da vicino del “caporalato in salsa romagnola”, per informare la popolazione e per denunciare una situazione di sfruttamento che rischia di farci perdere il controllo. FRANCESCO CARCHEDI – docente presso la Facoltà di Sociologia della «Sapienza», Università di Roma, già consulente del Dipartimento delle Pari opportunità - Presidenza del Consiglio per gli interventi di protezione sociale alle vittime di grave sfruttamento sessuale e lavorativo. Per l’Osservatorio Placido Rizzotto - FLAI Cgil ha contribuito alla realizzazione dei quattro rapporti su Agromafie e caporalato (2013-2015-2017-2019). RAFFAELE VICIDOMINI – Segretario Generale della FLAI Cgil di Ravenna. Promotore del progetto “Ancora in campo” che, assieme al coordinamento Immigrati della categoria, si occupa di incontrare i lavoratori direttamente nel loro luogo di lavoro, informandoli sui diritti e sulla corretta applicazione dei contratti nazionali e provinciali. SECK ALASSANE – responsabile del coordinamento Immigrati della FLAI Cgil di Ravenna. Si occupa di coordinare e realizzare nel concreto il progetto “Ancora in campo” all’interno delle campagne ravennati. L’incontro sarà moderato da MAURIZIO MASOTTI, fotografo e curatore del progetto Tracce Migranti.

Nel corso della serata sono previsti degli interventi musicali a cura di GIANLUIGI TARTAULL.

APPUNTAMENTO:

Mercoledì 27 novembre 2019 - ore 20.30

Sala polivalente Ettore Zannoni, piazza della Repubblica 10

Mezzano (RA)

evento su facebook:

https://www.facebook.com/events/465403614080771


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