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Sulle tracce di un progetto: il percorso di Tracce migranti – Nuovi paesaggi umani.


Sono oramai trascorsi sei mesi dalla presentazione di Tracce migranti – Nuovi paesaggi umani alla Biblioteca Classense di Ravenna il 19 novembre scorso e ci pare opportuno dar conto del suo percorso, intenso ed articolato.

Molte le tappe, che hanno toccato luoghi a noi vicini per prossimità geografica o affini per percorsi ed esperienze personali e collettive: alcuni sono presenti sul sito www.mauriziomasotti.com, di altri abbiamo vividi ricordi che vorremmo condividere.

Nella memoria restano impressi luoghi e volti, molto diversi fra loro, ma simili per coinvolgimento di organizzatori e partecipanti: persone che ci hanno dato sostegno, raccontato esperienze e posto domande, sollecitando approfondimenti e riflessioni in un percorso che ci sembra, ancora e sempre, solo all’inizio.

E’ dunque importante fermarsi un momento, tra una tappa e l’altra, per riflettere su questa esperienza che non finisce di stupirci.

Torna così alla mente Marino, a dicembre, con gli amici di Senza Frontiere Onlus: una serata in cui molte voci si sono alternate, da Luca Di Sciullo (Presidente Idos), che ci ha offerto un’analisi sintetica della presenza straniera in Italia, sfatando il mito dell’invasione tanto propagandata negli ultimi anni, a Barbara Cerro (Assessora alle Politiche Sociali del Comune di Marino) e Sandro Caracci (Responsabile Caritas) che ci hanno illustrato le attività locali evidenziando una realtà variegata e molto vitale.

A gennaio poi, oltre al Cisim di Lido Adriano, dove è stata esposta in anteprima una selezione di fotografie il progetto è stato presentato, grazie alla disponibilità della Dirigente scolastica e di alcuni docenti, al Liceo Scientifico di Lugo, coinvolgendo diverse classi e dando vita ad una interessante discussione con gli studenti.

Tracce è poi approdato a Massa Lombarda, con un incontro organizzato da Auser (a cui va un sentito ringraziamento per il sostegno costante) e a Bagnacavallo, dove dal 16 al 23 marzo è stata esposta una selezione di fotografie di Luca Gambi e Luciano Nadalini presso l’ex convento di San Francesco. La mostra è stata aperta e chiusa da due incontri, presenziati dalla sindaca Eleonora Proni, con la partecipazione di diverse associazioni locali, coinvolte nell’accoglienza ed integrazione di migranti.

A maggio infine una serie di appuntamenti ha accompagnato la presentazione delle immagini di Tracce migranti nell’interessante cornice di Palazzo Rasponi 2 a Ravenna. Dialoghi, concerti, incontri sindacali (con la FLAI nazionale sul nuovo schiavismo in agricoltura) si sono susseguiti dal 15 al 26 maggio, con coinvolgimento e partecipazione di persone e istituzioni.

E ora le casse di legno in cui sono raccolte le intense fotografie di Luca e Luciano sono arrivate a Bruxelles, dove il 19 giugno si aprirà la prima mostra oltreconfine (fino al 19 luglio presso l’Istituto Italiano di Cultura), a cui speriamo fortemente ne seguiranno altre.

Ci stiamo già lavorando. In Italia e altrove.

A quasi un anno dalla fine del nostro lavoro collettivo sui testi del volume, alcune brevi note "politiche":

Ci sembra che la situazione sul campo si sia incancrenita; dal lato meridionale del Mediterraneo continuano i tentativi di fuga dai Paesi africani, con la Libia finalmente riconosciuta come luogo di lager e torture; l'Europa divisa continua a giocare a scaricabarile, soprattutto prima e durante il recente periodo elettorale.

In Italia continuano gli episodi di razzismo contro gli immigrati: l'accanimento contro Mimmo Lucano a Riace è chiaro sintomo della volontà del sedicente ministro degli Interni di chiudere quella partita, per agitare davanti a un popolo incattivito e impoverito lo straccio rosso dei presunti colpevoli che attentano alla nostra "sicurezza".

Al recentissimo Festival delle Culture di Ravenna, al di là della musica e dello straordinario melting pot visivo, si poteva toccare con mano, discutendo con amici e compagni, che il muro (anche fisico) si sta costruendo, anche nella testa della gente.

Qui e ora, prendiamoci le nostre responsabilità


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