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Casa delle Culture di Ravenna, mostra fotografica “Il paese delle lacrime”, foto di Roberto Canò, 2003.

 

“Le immagini che cercano di raccontare qualcosa, che potrebbero esprimere una pur piccola solidarietà, quel tipo di immagini dunque, che non trovano mai posto, richiedono a volte di essere raccolte e messe in fila, anche senza ordine apparente, senza la necessità di essere racchiuse in capitoli. Potrebbero far rivivere situazioni, raccontare nuove storie, esistenze altrimenti dimenticate, o troppo spesso ignorate”.

 

(Dall’introduzione a “la nuova storia”, edizioni dell’aslo, Milano 2004)

 

  

“Quante volte abbiamo preso le parti di una popolazione in rivolta per il solo fatto di averne visto le fotografie, le rappresentazioni televisive? Forse mai. Nel ’39 il fascismo vinse anche in Spagna, nonostante gli articoli di Hemingway o le fotografie dei massacri dei franchisti, ma certe immagini della guerra civile spagnola fanno capire ancora oggi da che parte stava chi le aveva fatte.

 

E penso all’immagine degli antifranchisti sul treno in partenza per il fronte di Madrid, o a quella del riposo al sole, un uomo e una donna che sorridono, nonostante tutto……

 

Oggi le immagini che ci arrivano da quella che era la più antica civiltà del Medio Oriente ci mostrano una popolazione ostile, malvagia, indisciplinata, senza barlume di umanità, restia a comprendere le buone intenzioni dei liberatori, che dopo aver rovesciato tonnellate di bombe sulle popolazioni civili si fanno ritrarre ad accarezzare i bambini o a regolare le file per la distribuzione del pane”.

 

(Ancora dall’introduzione a “la nuova storia”, edizioni dell’aslo, Milano 2004)

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